“Questa serata è dedicata a Gabriele Basilico. Un amico, un artista e uno che impedisce al tuo occhio ogni via di fuga. Le sue foto inchiodano a un orizzonte perfetto, includono in una “completezza” trasmettendo la certezza che facendo un passo indietro, ad allargare ancora un po’ di più lo sguardo, la comprensione diminuirebbe anziché aumentare come sarebbe da aspettarsi all’interno di una “logica di spazialità”. Le sue foto danno il senso del nulla di troppo, quasi Gabriele riuscisse a praticare, lì, nell’attimo dello scatto, un istantaneo labor limae. In occasione del suo ultimo lavoro, che lo ha visto fotografare i padiglioni della Biennale di Venezia, in mostra in questi giorni al padiglione Centrale ai Giardini, scatti che diventeranno presto un altro preziosissimo volume, pba dedica a Gabriele una serata perché, le imprese, non hanno tutte la stessa natura, accade che alcune vogliano credere di poter creare delle opinioni oltre che degli oggetti. E le opinioni sono gruppi di singolarità prelevate dal fluire del mondo. In sostanza, scelgo da un fluire infinito di possibilità, come voglio essere visto. La collaborazione tra Francesca Masiero, Gabriele Basilico e Adele Re Rebaudengo, che cura e sostiene il lavoro di Gabriele accadde naturalmente, alcuni anni fa, perché si riconobbero in una “comunione di opinioni”. Tutte le operazioni a cui si sceglie di partecipare, gli oggetti che si sceglie di creare, i comportamenti che si sceglie di adottare, formano il modo in cui saremo visti, dicono il nostro nome e, per pba, sostenere il lavoro di Gabriele è un modo per aggiungere al proprio nome un prezioso valore di senso.
Questa crisi è una cesura epocale e la potenza delle forze storiche diventa il fatto teorico da guardare. Per poter recuperare un futuro denso di avvenire (che è esattamente quello che sta negando questa crisi) occorre riempirlo (il futuro) di qualcosa di inaudito. E non è facile perché il movimento del nostro agire, le scommesse che lanciamo, i gesti che compiamo, dipendono da ciò che ci circonda. Noi siamo nel tempo e lavoriamo materiali che recuperiamo dall’esterno. Quindi, occorrerà cambiare ottica dal momento che non possiamo cambiare i materiali. E a trasportaci oltre, in un futuro denso di avvenire, sarà solo la meravigliosa, rinata e profondissima consapevolezza che il nostro agire dice chi siamo e mostra una scelta. L’estetica è sempre l’anticamera dell’etica. E la conoscenza di cosa vogliamo essere non è un sapere ma, la presa di un incontro. Scegliere quale incontro tra infiniti, cogliere è il punto di partenza “filosofico” necessario per avere nuove, solide idee e affrontare questo radicale cambiamento.
Quello con Gabriele Basilico è, per pba, uno di quegli incontri”
di Francesca Masiero
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