Le 200 opere d’arte donate dal Cardinale Pietro de Silvestri e dal fratello nobiluomo Girolamo alle istituzioni rodigine, saranno sottoposte ad una precisa indagine scientifica affidata agli esperti della Cattedra di Storia dell’Arte Moderna dell’Università agli Studi di Verona, cattedra retta dal professor Enrico Maria Dal Pozzolo.
La nuova, completa catalogazione richiederà, stando alle stime dell’illustre docente, almeno un anno di indagini.
Nel frattempo tutte le opere della Collezione Silvestri sono state fotografate in previsione della mostra “Il Conte e il Cardinale. La Collezione Silvestri” che la Fondazione Casa di Risparmio di Padova e Rovigo, di intesa con il Comune di Rovigo, l‘Accademia dei Concordi e il Seminario Vescovile, ha in programma dal dal 2 dicembre prossimo in Palazzo Roncale. La mostra, ideata da Sergio Campagnolo, è curata da Alessia Vedova.
“L’intervento degli esperti universitari, così come la nuova campagna fotografica in via di ultimazione, consentiranno di studiare in modo completo e più approfondito questo preziosissimo patrimonio della Pinacoteca dei Concordi e del Seminario Vescovile. Anche le opere considerate come “minori” saranno oggetto di studio e non è escluso che attribuzioni o giudizi del passato non finiscano con il mutare.
Il primo giudizio degli studiosi conferma che si è davanti ad una collezione ampia per numero di opere, molto eterogenea, ma tutt’altro che trascurabile. Dal punto d vista scientifico merita approfondimento perché rappresenta uno dei rari esempi di quadreria di casa nobiliare del Veneto di terraferma ad esserci pervenuta integralmente conservata, sia nelle sue opere di maggior rilievo, sia in quelle che avevano una funzione puramente decorativa”.
“È volontà della Fondazione, d’accordo con i diversi partner istituzionali dell’impresa, giungere a proporre on line il nuovo catalogo integrale della Collezione de Silvestri, presentando le 200 opere con le immagini aggiornate e con l’integrale nuova scheda scientifica. A disposizione di studiosi e appassionati. Sarà, dati i tempi necessari, una eredità scientifica della prossima mostra del Roncale, nella quale presenteremo solo un nucleo dei capolavori di questa imponente Collezione”, chiosa la curatrice.
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