I cambiamenti drammatici nella criosfera, la zona fredda del pianeta dove l'acqua è congelata in ghiaccio o neve, riflettono la velocità senza precedenti del riscaldamento globale. Lo dimostra il fatto che gli anni più caldi mai registrati si sono finora verificati nel nuovo millennio.
I segnali di allarme del nostro pianeta surriscaldato sono visibili intorno a noi: i ghiacciai stanno scomparendo sotto i nostri occhi e si stanno riducendo ai livelli più bassi mai registrati. Lo scioglimento delle calotte polari sta destabilizzando il sistema terrestre, modificando i modelli meteorologici e causando l'innalzamento del livello dei mari. Allo stesso tempo, sta contribuendo al cambiamento climatico rilasciando grandi quantità di carbonio dall'antica vegetazione intrappolata nel permafrost che si sta scongelando.
In questo contesto, i ghiacciai e le loro forme geomorfologiche sono considerati testimoni del clima e importanti oggetti di indagine per la ricostruzione e la comprensione dei processi di cambiamento climatico. Possono essere considerati segnali, indicatori e modelli chiave, per il sistema climatico in alta montagna.
Gli effetti destabilizzanti del cambiamento climatico su tutti gli aspetti della vita sul nostro pianeta stanno spingendo molti artisti ad affrontare la crisi con vari mezzi artistici. Cercano di catturare gli effetti a cascata e di indicare possibili percorsi di cambiamento ecologico.
Ciò che guida gli artisti riuniti nella mostra collettiva “Postglacial Landscapes” è una fervida preoccupazione per il soggetto vivente e respirante Terra e per tutti gli altri abitanti del pianeta che sono coinvolti in questo dramma climatico in rapida evoluzione. Il cambiamento climatico è illustrato in particolare dall'esempio del ritiro dei ghiacciai.
Artisti partecipanti: Wilma Kammerer, Daniela Brugger, Erich Erler, Leonhard Angerer, Rudolf Emil Klöden, Silvia De Bastiani, Lukas Schäfer e Georg Tappeiner
